Quando ho conosciuto personalmente l’artista Cettina Bucca, creatrice di moda e cuore pulsante del suo “Brand Italian Emozional Couture”, mi sono accorto di avere incontrato una persona speciale, capace di tramutare l’interesse artistico in qualcosa di più profondo che si realizza oltre l’idea di elaborare un modello o dipingere un quadro. Infatti, ho colto subito in lei ciò che oggi, a distanza di pochi mesi ritrovo attraverso questa intervista, e cioè un personaggio dotato di particolare sensibilità capace di arricchire l’anima di chi l’ascolta. E’ vero, l’arte è cultura, creatività, sensibilità di vedere il mondo con occhi diversi dal comune senso rivolto al quotidiano. E’ l’intersecarsi di tanti fattori che si fondono nell’anima con la capacità di estrinsecarli attraverso i rapporti umani. Ecco, penso proprio che Cettina Bucca sia dotata naturalmente di qualcosa che non si acquisisce dal nulla ma è indubbiamente da considerarsi come l’innato senso che nasce e muore con te. E in tutto questo percorso di vita c’è sempre chi, seguendo il suo sentire, non può fare altro che arricchirsi di quella bellezza interiore chiamata ARTE con la A MAIUSCOLA che è creare per gli altri e non si minimizza nel mero ideare qualcosa di materialistico, ma sa sfociare anche nella spiritualità. E non è un caso che Cettina Bucca ami lo studio dell’antroposofia, e cioè un percorso spirituale e filosofico grazie al quale ha sviluppato ancor più il tatto e la vista riprodotti nella manualità di disegnare un modello, creando attraverso i colori sfumature che suscitano emozione. Tutto ciò non è altro che la sintesi di quanto si evince da questa bellissima intervista, capace di arricchirci e farci riflettere anche su tanti momenti di vita.
Signora Bucca, l’arte, lo stile e la creatività sono l’espressione del suo talento. Quando ha scoperto di possederli?
“Arte e creatività fanno parte integrante di me: appartengo ad una famiglia che ha sempre amato ogni tipo di arte, che dipinge, crea oggetti, inventa di tutto. Lo stile è un’altra cosa. E’ una energia sottile che ti permea, che oltrepassa le apparenze e va direttamente nella profondità dell’essere, esprime una personalità, un temperamento, la singolarità, l’unicità di ciascuno di noi. Ti accorgi di avere un certo stile quando gli altri lo notano e te lo dicono”.
E’ vero che ogni abito è la storia di una donna che si racconta indossandolo?
“Così dovrebbe essere. Uno dei modi più belli e divertenti di mostrare la propria identità è proprio questo: indossare l’abito giusto, quello che ci rappresenta meglio, che ci collega con la parte più profonda di noi, la più segreta”.
Oltre a disegnare e creare splendidi abiti, lei ama molto dipingere. Quali sono i soggetti che ispirano maggiormente la sua fantasia di artista?
“Sono soggetti sempre diversi. Parto da un sogno, da qualcosa che mi accade, da un particolare che noto in una persona che cammina ignara per strada o in aeroporto e….tutto accade in un attimo: si accende l’ispirazione del momento. L’umanità con tutte le sue sfaccettature mi intriga tantissimo, mi consente ancora di sognare”.
Chi la conosce sa che lei ama molto lo studio dell’antroposofia, un percorso spirituale e filosofico grazie al quale ha sviluppato ancor più il tatto e la vista. Ritiene che sia fondamentale nel campo della moda?
“Sì, per me è fondamentale. Parto sempre dai colori primari dalla cui fusione si ottengono sfumature sempre differenti che rappresentano, di volta in volta, un’emozione, un’atmosfera, un sentimento”.
Pensa che nel difficile mondo della moda basti la bravura personale per lanciare il proprio brand ad alti livelli, oppure c’è bisogno di qualcosa d’altro?
“La bravura senz’altro serve anche se non è la sola cosa importante: le coincidenze, trovarsi nel posto giusto al momento giusto, avere pazienza, continuare a perseguire i propri desideri fanno il resto”.
Lei è nata a San Filippo del Mela ma vive a Milazzo. Cosa la lega a questa città?
“La bellezza del paesaggio, la scoperta continua di viuzze e scorci stupendi, le reti dei pescatori, la città fortificata, il mare cangiante di ponente e il paesaggio selvaggio di levante, le piazzette interne che spuntano improvvisamente dietro un angolo”.
Chi la incontra per la prima volta nota subito che attraverso il suo sguardo traspare un’anima particolarmente sensibile, capace di intrecciare relazioni molto formative dal punto di vista umano. E’ così?
“Sì, questo è un elemento fondamentale della mia vita. Attraverso gli altri si cresce, si conoscono aspetti nuovi di se stessi, ci si arricchisce spiritualmente”.
Ma c’è ancora un altro aspetto di lei che colpisce le persone che la conoscono, ed è la sua ospitalità e il marcato senso di altruismo. Un lato del suo carattere che infonde simpatia e positività. La fa star bene tutto questo?
“Vedere gli altri accolti, felici, prendersi cura di essi mi fa sentire utile, colma di gioia, grata nei confronti dell’universo”.
Cosa le ispirano i tramonti della sua Milazzo?
“La luce dei nostri tramonti è sempre una scoperta nuova, ogni giorno diversa: unica. Fonte continua di emozione e ispirazione”.
Ma che cos’è l’emozione?
“Sentire aprirsi dentro di sé un infinito…..di colori e di luce”
Cosa le piace del mondo d’oggi e cos’è che non sopporta?
“Mi piace la determinazione, la lealtà, la libertà di scelta, la capacità di decidere di seguire i propri sogni, il senso di responsabilità. Non tollero l’incuria, la mancanza di tatto, l’indifferenza”.
Se dovesse scegliere l’abito o il dipinto più bello della sua collezione, quale sceglierebbe?
“Ogni volta un dipinto o un abito differente. A seconda di come mi sento”.
C’è un sogno nella sua vita che non si è ancora realizzato?
“Tanti, certo. Due di questi, forse i principali, scrivere un romanzo e creare una comunità in cui si possa condividere tutto con gli amici che scelgono di farne parte. Spazi comuni e singole casette di legno si distribuiscono sopra un’aria verde quasi incontaminata in cui si possa sostenere a vicenda dandosi reciproco aiuto pur mantenendo la propria individualità”.
Cosa c’è dietro l’angolo professionale e umano di Cettina Bucca?
“La cosa più intrigante è non saperlo. Piuttosto, tentare di scoprirlo di volta in volta mi rende viva e mi emoziona”.
Salvino Cavallaro